Il decreto legge 65/2015 pubblicato oggi in gazzetta ufficiale tenta di risolvere la questione sollevata dalla Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale la norma emanata con il governo Monti che bloccava l'indicizzazione delle pensioni. In breve il decreto legge prevede una rivalutazione per fasce di reddito ed un rimborso "una tantum" che decresce in proporzione all'aumento della pensione.
Più specificatamente il decreto prevede che per il 2012 e il 2013 saranno rivalutate al 100% le pensioni fino a tre volte il minimo, al 40% quelle tra tre e quattro volte il minimo, al 20% quelle tra quattro e cinque volte il minimo, al 10% infine quelle tra cinque e sei volte il minimo.
Per gli assegni complessivamente superiori a sei volte il minimo non ci sarà alcun adeguamento. Per il 2014 e il 2015 la rivalutazione è stabilita invece al 20% e, a decorrere dall’anno 2016, al 50 per cento.
Per quanto concerne i rimborsi questi non spetteranno a tutti i pensionati ma anche in questo caso si applica un sistema per così dire "proporzionale".
Dal 1 agosto chi prende 1700 euro lordi di pensione riceverà 750 euro; chi prende 2300 euro si vedrà accreditati 450 euro, chi prende 2700 prende 278 euro. Chi percepisce 3.200 euro lordi non vedrà alcun rimborso.
Le considerazione da fare sono queste.
Se il governo sperava di evitare i ricorsi ed allinearsi alla sentenza costituzionale, non ha trovato il giusto mezzo anzi diciamolo pure: ha proprio fatto un buco nell'acqua.
Ciò perché la Corte ha annullato la legge che costituiva il titolo giustificativo dei contributi versati negli anni passati. Ciò che è certo è il fatto che una legge attuale non può regolare retroattivamente la materia fiscale.
Allo stato in caso di ricorso o i giudici danno ragione direttamente ai ricorrenti o sollevano di nuovo la questione di legittimità costituzionale, soprattutto in considerazione del fatto che il decreto esclude dal rimborso le pensioni di 3.000 euro. Infatti nella sentenza della Corte non c’era nessun imite. La Consulta ha dichiarato incostituzionale una legge, senza dare alcuna direttiva per fare una legge, cosa peraltro questa che non potrebbe neppure fare.
In conclusione il decreto legge non rispetta la sentenza della corte costituzionale e dunque resta ferma la possibilità per tutti i pensionati di agire per il rimborso. Dico tutti anche quelli che il decreto rimborsa parzialmente ed invece ritengono di aver diritto a tutto il maltolto.
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